Succede davvero: in provincia di Chieti, per alcuni esami diagnostici e visite specialistiche, non è più possibile nemmeno prenotare. Alla richiesta di una risonanza o di una visita, la risposta è sempre la stessa: “I calendari sono chiusi”.
Ma attenzione: non è previsto dalla legge.
Tutti i cittadini hanno il diritto di accedere al Servizio Sanitario, anche se i tempi sono lunghi. Impedire la prenotazione è una violazione gravissima, perché significa escludere silenziosamente le persone dalle cure.
Chiudere i calendari non risolve i problemi: li nasconde.
È un trucco per non far emergere le vere liste d’attesa e, così, scaricare sul paziente l’inefficienza del sistema. Un modo per far finta che tutto vada bene, quando invece la situazione è drammatica.
E mentre tutto questo accade, la Regione continua a negare l’evidenza.
Il centrodestra fa finta di niente, ma i cittadini lo vivono ogni giorno sulla propria pelle: il diritto alla salute viene calpestato, e chi ha bisogno di una visita o di un esame si ritrova bloccato, abbandonato.
È il risultato di anni di scelte sbagliate.
Un sistema al collasso, dove chi governa pensa più all’immagine che alla realtà. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: l’Abruzzo sanitario è in emergenza, e chiudere gli occhi – o i calendari – non farà sparire il problema.