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Mancano i medici a bordo delle ambulanze del 118

Come prevedibile, ma ampiamente denunciato nel corso della precedente legislatura, non ci è voluto molto prima che la rete di emergenza-urgenza mostrasse, per l’ennesima volta, le sue più grandi fragilità in quelle province che hanno maggiore ampiezza in termini di chilometri quadrati, ossia Chieti e L’Aquila. Le carenze e i disservizi presenti in questi territori sono infatti derivanti da una mancanza di programmazione e lungimiranza già segnalate più volte nella precedente governance.

Nella provincia di Chieti sono ben nove i medici che hanno rassegnato le dimissioni dal 118, sei di loro sono risultati vincitori di concorso da dirigente nei Pronto soccorso e hanno preferito intraprendere un percorso professionale differente.  Si è così creata una voragine in termini di assistenzialismo riguardo gli interventi delle ambulanze medicalizzate che, per definizione, sono quelle che operano in situazioni di emergenza-urgenza.

Anche Francavilla, città che nel periodo estivo quasi triplica la propria popolazione, a partire dal 16 maggio, cioè dal giorno dopo il passaggio del Giro d’Italia, perderà l’ambulanza medicalizzata: uno scenario desolante e preoccupante al tempo stesso, soprattutto in considerazione dei flussi turistici che da qui a qualche settimana affolleranno la cittadina.

Ho chiesto di inserire il tema all’ordine del giorno della prima seduta utile della V Commissione, chiedendo inoltre l’audizione dell’assessore alla Sanità Verì affinché spieghi in che modo intenderà rimettere mano alla rete dell’emergenza-urgenza.

E’ necessario che sia fatta chiarezza sul come procedere di fronte a questa grave carenza di personale medico nelle ambulanze del 118 operative nella provincia teatina. Il decreto 95/2015, tutt’ora vigente, definisce i parametri per il dimensionamento della rete territoriale di emergenza-urgenza e stabilisce per la provincia di Chieti il numero minimo di mezzi sanitari avanzati e di mezzi sanitari intermedi. Le carenze che oggi denunciamo sono frutto dell’assenza di programmazione e visione del centrodestra che governa Regione Abruzzo dal 2019.

I cittadini hanno diritto a risposte rapide e azioni tempestive