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Una sanità pubblica abbandonata

Dall’ospedale Renzetti di Lanciano al San Pio di Vasto la storia si ripete, penalizzato tutto il territorio, massima sofferenza nelle aree interne ormai completamente abbandonate. Ed è così che dietro la pandemia che insegna a noi tutti l’importanza del servizio sanitario pubblico, la coalizione di centro destra lascia totalmente spazio e gestione alla sanità privata. Decine e migliaia di cittadini abruzzesi costretti, per chi se lo può permettere, a intaccare dal loro stipendio importanti somme di denaro da quando la centralizzazione dei servizi e degli ospedali ha preso forma in regione Abruzzo.
Una mobilità passiva che supera i 100 milioni di euro, perché chi non si può permettere il privato si sposta con impegnativa in altre regioni. In Abruzzo per una consulenza o un esame diagnostico si può arrivare ad aspettare anche due anni, fortunato chi può permetterselo.
Una pandemia che sull’attività ordinaria non sembra colpire Marche, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto…. gli abruzzesi scelgono queste regioni per curarsi, regioni che attraverso una programmazione seria non si sono dimenticate della salute dei loro cittadini.
In questo periodo così difficile non si muore di solo Covid-19, ma anche di malattie cardiovascolari, neurologiche, metaboliche e oncologiche che continuano a mietere le loro vittime ed è per questo che un buon sistema sanitario regionale dovrebbe garantire risposte in ambo le direzioni.