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La vergognosa gestione dei Fondi Europei

I finanziamenti europei vengono erogati in cicli da 7 anni, attualmente ci troviamo in un ciclo partito nel 2014 che si concluderà nel 2020. A due anni dalla scadenza, la giunta regionale uscente è riuscita ad utilizzare una percentuale minima di tutti i fondi europei disponibili.

Le voci nel dettaglio*:

Fondo

Disponibilità

Impegnati

Spesi

PSR -Programma sviluppo rurale (difesa dell’ambiente e dell’acqua, agricoltura, qualità nella vita delle zone rurali)

500mln

53%

10%

FESR – fondo sviluppo regionale (sostegno PMI, viabilità, reti materiali o immateriali, economia carbon-free)

270mln

49%

2%

Risorse aggiuntive per il sisma 2016 agganciate a FESR

40mln

ND

12%

FSE – Fondo Sociale (sostegno alla disoccupazione)

150mln

34%

3%

FEAMP – Fondo pesca sostenibile piccoli pescatori

20mln

ND

0,5%

In generale, se la regione avesse lavorato bene di quella programmazione dovrebbe averne speso almeno il 70%, invece ci troviamo ad avere utilizzato in cinque anni circa il 10% del totale, ne resta il 90% da spendere entro i prossimi due, altrimenti ce li siamo persi. Ma perchè?

Perchè si sono accumulati ritardi su ritardi, con continue riscritture dei programmi e dei regolamenti, senza tirare fuori un ragno dal buco.

Anzitutto per l’erogazione non basta presentare i progetti ma occorre anche rendere disponibili le quote di cofinanziamento a carico della regione. Senza questa disponibilità i fondi non posso essere spesi. In secondo luogo per lungo tempo non sono state designate le autorità di gestione, operative solo a partire dal 2017

Il POR FESR è diventato effettivo solamente il 09/09/2015 ovvero dopo quasi due anni dall’inizio della programmazione 2014-2020.

Il POR FSE è diventato efficace in data 13/02/2015 diversi mesi prima del POR FESR ma lontani dai i tempi di una procedura fisiologica. I primi bandi sono stati pubblicati nel 2017 e il piano è stato oggetto di due massicci interventi di riprogrammazione che sono avvenuti a circa undici mesi di distanza l’uno dall’altro. Il primo intervento di riprogrammazione è diventato efficace il 22/12/2017 mentre il secondo intervento, molto invasivo in termini di conseguenze sulla spesa, è divenuto efficace in data 09/11/2018. Le procedure di gestione sono state continuamente riscritte, in media ogni tre mesi, e questo è stato un ulteriore rallentamento nel processo di erogazione.

Quali sono i motivi? Liti interne? Trascuratezza? Incompetenza? C’è un po’ di tutto.

La cosa peggiore è che la cosa potrebbe essere intenzionale, come per la sanità hanno voluto realizzare una regione debole, bisognosa, ricattabile. Quello che dovrebbe essere un diritto, deve diventare un favore da chiedere. Un’elemosina da chiedere al politico di turno.

* Fonte: Rosa Amato, Piernicola Pedicini