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Vendiamo i gioielli di famiglia per ospitare la partenza del Giro d’Italia

Giro d’Italia più che una Grande Partenza, l’Abruzzo rischia una falsa partenza.

La Giunta Regionale intende spendere oltre 7 milioni di euro (6 più IVA) per la “Grande Partenza” del Giro d’Italia 2023, esponendo al nostra regione su una vetrina mondiale, ma al di là del costo che a me sembra eccessivo, è un azzardo che se gestito male può esporci ad una brutta figura in mondovisione.

Facendo un confronto con le altre regioni, nel 2021 il Piemonte spese 4.5 milioni per ospitare la partenza ed altre 4 tappe, e la Sicilia nel 2020 spese 3.8 per la partenza ed altre tre tappe. Noi ci avviamo a spenderne 6 per la partenza a cronometro, una tappa e un arrivo. Anche il confronto con altre regioni come Emilia-Romagna e Sardegna ci vede spendere il doppio. Ma quello che mi lascia perplesso non è solo il costo. Nelle delibere di Sicilia e Piemonte c’è una ampia documentazione circa gli accordi presi, nelle nostre non c’è nulla, non è dato sapere cosa stiamo acquistando.

Inoltre anche le modalità della copertura finanziaria mi preoccupano, andiamo a stornare delle risorse dal Fondo Sviluppo e Coesione, che hanno come scopo la rimozione degli squilibri economici e sociali con progetti strategici, solitamente di carattere infrastrutturale, sottraendoli a diverse aree di intervento per finanziare un progetto “di un giorno”, con delle alchimie finanziarie che già ci furono bocciate ai tempi della legge “cura abruzzo” e che nelle delibere riproponiamo praticamente uguali.

Addirittura cancelliamo, si spera provvisoriamente, la realizzazione di un ponte ciclopedonale che era parte della “ciclovia adriatica” e del progetto “bike to coast”, in pratica barattandolo per qualche ora di diretta TV. E rimangono altri 4 milioni sui 7,2 totali la cui copertura viene rinviata a ulteriori future manovre.

Ospitare la Grande Partenza del giro sicuramente può rappresentare un importante volano di rilancio economico e turistico per la nostra Regione, quindi ben vengano iniziative come questa che pongono l’Abruzzo in una posizione di maggiore centralità sulla scena nazionale, ma è altrettanto vero che nella programmazione di questo evento, molte cose non tornano, per questo ho presentato un’interpellanza che mi aspetto sarà discussa nel prossimo consiglio utile. L’obiettivo è quello di fare chiarezza il prima possibile sui costi e sul reperimento delle risorse.

Infine, fondamentale per la buona riuscita di questa manifestazione sportiva, sarà capire come il centrodestra intende risolvere le criticità legate alla ‘Via Verde’, fiore all’occhiello del nostro territorio, su cui non ci si è mai preoccupati della manutenzione e alcuni tratti sono ancora da terminare. Stiamo decidendo di mettere quella parte di costa dei trabocchi sotto gli occhi del mondo intero, ed è una opportunità unica, ma la ‘Via Verde’ di oggi mostrerebbe al mondo dei canneti che arrivano fin dentro la pista, gli edifici delle stazioni ed altri manufatti appartenuti alle ferrovie che sono abbandonati da anni e ormai quasi pericolanti, e delle gallerie la cui illuminazione all’origine non era nemmeno prevista, che è appena sufficiente per un turista, ma non per un atleta che va a 60 km/h, con quella di Acquabella in cui addirittura piove acqua dal soffitto.

So che il problema è complesso ed è noto da anni, ma non si è mai fatto nulla, e temo che si stia sottovalutando l’impegno necessario nel poco tempo che resta. E se l’intento è di promuovere il turismo su quel territorio, non possiamo pensare a delle soluzioni ‘arrangiate’ o ‘di facciata’ o peggio ancora ‘televisive’. Il turista di oggi non è uno sprovveduto che si possa pensare di imbrogliare facilmente. Con l’approssimarsi della manifestazione, se non si danno risposte celeri al territorio, l’Abruzzo rischia più che una Grande partenza, una falsa partenza, e persino una squalifica.